mercoledì 23 novembre 2011

Laboratorio delle lanterne di S.Martino

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Ecco le foto della bella giornata passata con i bambini di Vararo per preparare le lanterne di S.Martino.

venerdì 18 novembre 2011

Prossime attività e attività in corso

L'associazione ulturale Prà Cumùn con sede provvisoria presso la sala di aspetto dell'ambulatorio medico della frazione Vararo in via Scuole (ex scuola), ha organizzato dal 13 novembre in avanti, una serie di laboratori per bambini di tutte le età, per la preparazione di maschere di carnevale artigianali, con l'utilizzo di terra cotta.
Gli incontri sono effettuati con la collaborazione con l'associazione "l'albero baniano" e la parteipazione al laboratorio costa 5€.
Gli incontri proseguiranno fino a febbraio 2012 e si terranno sempre nei pomeriggi di domenica, dalle 14,30 alle 17.30
Le date dei giorni degli incontri saranno pubblicate a breve su questo blog.
Prà Cumùn, vi aspetta numerosi.
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domenica 6 novembre 2011

STATUTO Associazione Prà Cumùn


ATTO COSTITUTIVO DI ASSOCIAZIONE ASSOCIAZIONE  Prà Cumùn


STATUTO

Art. 1 – E’ costituita in data 28 ottobre 2011 con sede in Vararo un’associazione denominata
Prà Cumùn. (prati comuni)

Art.2 – FINALITA’ E ATTIVITA’
L’associazione non ha né scopo di lucro né finalità politiche. Ogni azione dell’Associazione avrà come principi quelli della massima trasparenza e democrazia.
Le finalità dell’Associazione sono:Promuovere il rispetto, la cultura e la tutela  ambientali nel territorio delle frazioni Vararo e Casere e in quelli limitrofi.
Promuovere attività di carattere culturale per gli abitanti della frazione, con particolare attenzione ai giovani.
Promuovere e organizzare eventi per la valorizzazione e il sostegno delle antiche tradizioni delle frazioni Vararo e Casere e delle valli vicine.
Collaborare con le altre Associazioni presenti sul territorio, che abbiano finalità affini.
Essere di stimolo e supporto per gli Enti locali presenti sul territorio nella promozione di interventi, eventi e attività volte al miglioramento dei servizi, della qualità della vita e dell’offerta turistica delle frazioni montane e dei loro abitanti.

Art. 3 – SOCI
Possono essere soci tutti i cittadini italiani o esteri in regola con le Leggi nazionali ed europee, anche se non residenti in Italia, ma che concordano e approvano le finalità e i programmi dell’Associazione.
I soci possono essere:

Soci fondatori: tutti coloro risultanti iscritti al momento della costituzione dell’Associazione.
Soci ordinari individuali o collettivi: tutte le persone fisiche o altri Enti o Associazioni interessati e affini alle attività e agli scopi dell’Associazione.

Soci sostenitori: tutti coloro i quali intendono sostenere l’Associazione con donazioni o versando una quota annua associativa almeno 3 volte superiore a quella annuale prevista per i soci ordinari.

Soci onorari: persone che abbiano operato con particolare impegno e successo in iniziative comuni a quelle dell’Associazione. La nomina dei soci ordinari avviene dietro delibera del consiglio direttivo su proposta dell’assemblea dei soci.

Gli associati si obbligano all’osservanza delle norme statutarie e delle delibere con cui l’Associazione assume gli impegni volti a perseguire le proprie finalità. I soci si obbligano altresì ad astenersi da iniziative personali non concordate con l’organo direttivo dell’Associazione. Entro il 31 gennaio di ogni anno solare, pena il decadimento, i soci si impegnano a versare la quota sociale prevista.

Art. 4 – QUOTA ASSOCIATIVA
L’importo della quota associativa è stabilito di anno in anno dall’assemblea generale dei soci e sempre entro la fine dell’anno precedente. La quota versata dal socio non è in nessun caso rimborsabile, né trasferibile a terza persona.
I familiari dei soci potranno partecipare alle attività organizzate dall’Associazione senza l’obbligo di versare alcuna quota associativa.


Art.5 – CESSAZIONE DEL RAPPORTO DI SOCIO
I soci cessano di far parte dell’Associazione per: decadenza, recesso o esclusione.

Decadenza: decade da socio chi non è in regola col versamento della quota sociale

Recesso: i soci possono in qualsiasi momento decidere di lasciare l’Associazione anche senza motivare la propria decisione al consiglio direttivo.

Esclusione: è escluso dall’Associazione il socio che incorre in inadempienze rispetto agli obblighi derivanti dagli impegni associativi stabiliti dal presente statuto o per altri gravi motivi, sia morali che giuridici.


Art. 6 – PATRIMONIO E BILANCIO
Il patrimonio dell’Associazione è costituito da:

I versamenti delle quote associative.

Eventuali fondi di riserva derivanti da eccedenze di bilancio.

Eventuali donazioni o lasciti.

Contributi di Enti pubblici, Associazioni private e privati cittadini.

Proventi derivanti dalle attività organizzate dall’Associazione.

Beni mobili acquistati dall’Associazione, o donati da terzi ad essa, per svolgere le proprie attività.
L’esercizio sociale va dal 1 gennaio al 31 dicembre di ogni anno solare. Al termine di ogni esercizio deve essere redatto un bilancio da sottoporre per l’approvazione all’assemblea dei soci entro il mese di febbraio.

Art. 7 – ORGANI SOCIALI
Sono organi sociali:

L’assemblea dei soci

Il consiglio direttivo

Il Presidente

L’assemblea sociale è indetta almeno una volta all’anno e comunque ogni volta che il consiglio direttivo lo ritiene opportuno. Le assemblee possono essere di tipo ordinario e di tipo straordinario. L’assemblea ordinaria delibera riguardo gli aspetti generali dell’associazione, mentre l’assemblea straordinaria viene convocata per deliberare modifiche del presente statuto, lo scioglimento dell’Associazione o per decidere con urgenza di altre importanti e impreviste situazioni che riguardano l’Associazione.

Art. 8 – CONSIGLIO DIRETTIVO

 Il consiglio direttivo è eletto dall’assemblea generale dei soci ed è composto da 4 membri che durano in carica per 2 anni e sono rieleggibili. I compiti del consiglio direttivo sono:

L’elezione al suo interno del Presidente, del vice Presidente, del Segretario e del Tesoriere.

L’elaborazione dei programmi annuali dell’Associazione

La convocazione delle assemblee

Art. 9 – PRESIDENTE
Il Presidente ha la rappresentanza legale dell’Associazione di fronte a terzi ed in giudizio e ha la firma sociale per le operazioni di ordinaria e straordinaria amministrazione deliberate dal consiglio direttivo. Egli convoca e presiede il consiglio direttivo e l’assemblea dei soci. In sua assenza, i suoi poteri sono assunti dal vice Presidente, eletto dal consiglio direttivo.
Il Presidente può conferire incarichi e deleghe a qualsiasi socio. La durata in carica del Presidente è la stessa del consiglio direttivo che lo elegge.

Art. 10 – SEGRETARIO
Il segretario cura l’archivio dei soci, la corrispondenza e redige i verbali delle riunioni del consiglio.

Art. 11 – TESORIERE
Il tesoriere gestisce la cassa dell’Associazione, cura il bilancio preventivo e consuntivo, effettua i pagamenti e tiene l’inventario dei beni mobili e immobili dell’Associazione. Riferisce della gestione dei fondi al Presidente e al consiglio direttivo.

Art. 12 – MODIFICA DELLO STATUTO
Le proposte  di modifica del presente statuto devono essere proposte al consiglio direttivo dell’associazione e quindi sottoposte al giudizio dell’Assemblea generale dell’Associazione e approvate da almeno 2/3 dei presenti. Se non approvate, le proposte possono comunque essere ripresentate.

Art. 13 – SCIOGLIMENTO
Lo scioglimento dell’Associazione deve essere deliberato a mezzo di assemblea straordinaria con il consenso di almeno 4/5 dei presenti. Il patrimonio dell’Associazione non potrà essere diviso tra i soci ma, dopo aver fatto fronte ad eventuali pagamenti,  sarà devoluto in beneficenza a chi stabilito dall’assemblea straordinaria.

Art. 14 -  NORME GENERALI
Per quanto non previsto dal presente statuto, valgono le norme di Legge previste per la materia.

Letto e sottoscritto

I soci fondatori

Fulvio Ettore Vanetti                          
Deana Sbarzaglia
Thomas Rosenfeld                          
Eleonora Rapone
Renato Tomasini                         
Chiara Pasquali                         
Russel Martin                         
Roberta Lanzafame

Vararo lì 28 ottobre 2011

Cenni storici su Vararo e Casere


Non sono ancora stati trovati documenti o altro materiale utili allo storico per determinare, con precisione, in quale esatto periodo l’uomo possa essersi insediato stabilmente nella conca prativa di Vararo e Casere. Il nome Varai appare per la prima volta in un documento ufficiale dell’anno 846 d.c., dove il nobile Eremberto, vassallo dell’Imperatore Lotario, concedeva il diritto al custode della chiesa di Leggiuno di far pascolare le sue bestie “in silvas nostras, in monte nostro in Varai”. Prima di questo minimo riferimento, non si trovano altri cenni e si può solo supporre che, essendo il nome Vararo molto simile alla parola celtica “Var”, che significa “acqua”, qualcuno appunto dei diversi gruppi e tribù celtiche che popolavano tutta la regione insubrica, conoscesse e frequentasse i luoghi, abitandoli magari con piccoli gruppi dediti alla pastorizia e all’agricoltura.
Solo nel 1558, con la stesura del catasto dell’Imperatore Carlo V, si hanno notizie più precise in particolare di Vararo, dove vengono censite diverse proprietà divise per tipologia e uso e dove si contano già 11 proprietari.
Nel 1592 risulta meglio documentata la visita pastorale del vescovo Ninguarda che, durante il suo viaggio pastorale tra i villaggi della Valcuvia, salì con non poca fatica, anche il ripido sentiero che da Cittiglio portava a quei tempi a Vararo, dove trovò una piccola comunità raccolta attorno a quella, che egli indicò come una cappella, con un piccolo campanile con una sola campana, un battistero, un confessionale e un’acqua santiera, dedicati al Santo Bernardo, ancora oggi patrono del paese e gestiti da un cappellano che rispondeva al nome di Bernardo Ariolo, nativo del luogo e alle dipendenze del prevosto di Leggiuno. Nell’occasione di tale visita, il vescovo eseguì anche un sommario censimento, che stabiliva approssimativamente la presenza di un nucleo stabile di 17 famiglie, per un totale di 135 persone.
Poi, notizie risalenti al 1600, danno Vararo quale comune autonomo e slegato da quello di Cittiglio, da cui dipendeva in precedenza. Dette notizie si apprendono scorrendo un documento ufficiale datato 12 marzo 1752 e relativo alle risposte alle 45 istanze presenti in esso, denominato: “Proposta de’ Quesiti dati dalla Real Giunta alla Comunità di Vararo Pieve di Valcuvia”. Questo documento, insieme a molti altri, è riportato nella sua forma originale nel bel libro “Vararo, ricordi di un vecchio paese” di Luce Vera Ferrari Musumeci.
Da quegli anni lontani e fino ai primi successivi alla seconda guerra mondiale, l’economia locale e più in generale la semplice vita degli abitanti locali, si sono sostenute sull’attività silvo-pastorale, che consentiva loro un reddito modesto in grado però di fornire il necessario per vivere, in un contesto ancora lontano da quella corsa al superfluo e allo sviluppo fine a sè stessi, che ha contagiato la nostra società dal dopoguerra in poi.
A partire dagli anni ’60, molti abitanti hanno lasciato il paese in cerca di un lavoro meno faticoso e più redditizio, causando un notevole calo demografico della già piccola comunità. L’attività contadina è andata via via scemando e Vararo e Casere hanno cominciato a riscoprirsi in una nuova veste, quella turistica e sportiva. Gli stupendi panorami che si possono godere dai monti che circondano la conca, attirano sui sentieri molti escursionisti. Le cime del Sasso del Ferro e del monte della Croce, sono diventati importanti punti di decollo per parapendii e deltaplani, conosciuti non solo dai piloti italiani. Le mountain bike percorrono mulattiere e sentieri durante tutto l’anno, insieme ai ciclisti più tradizionali che affrontano invece la sfida della dura salita della strada che porta al passo di Cuvignone. E non manca anche un rally tra le attrattive della zona. Anche la festa del santo patrono Bernardo, che si svolge ogni anno ad agosto e le cui origini si perdono nel tempo, è motivo di festa e di ritrovo per numerosi turisti, oltre che di “ritorno alle origini” di molti vecchi abitanti.
Oggi la comunità dei due villaggi, dopo il periodo di abbandono, è andata crescendo nel numero, arricchendosi di giovani coppie che hanno fatto tornare nelle vie e nei cortili i richiami gioiosi dei bimbi. Sono stati proprio questi nuovi abitanti a sentire la necessità di aggregarsi in un’associazione capace di stimolare tutti per mantenere vive le tradizioni e il territorio della montagna valcuviana, portando avanti anche le idee e i progetti di gruppi più vecchi, ormai sciolti ma che, con lungimiranza, avevano già compreso l’importanza di quei valori.
Il Presidente Fulvio Vanetti

Messaggio del Presidente dell'associazione

Prà Cumùn è nata alla fine di ottobre 2011. I soci fondatori hanno sentito il bisogno di riunirsi in un’associazione culturale capace di sostenere iniziative e attività, che possano aiutare a migliorare i servizi delle frazioni montane dei comuni di Cittiglio e Laveno Mombello e che valorizzino l’ambiente, preservando le straordinarie peculiarità presenti sul territorio della conca di Vararo e Casere.
Con questo spirito, Prà Cumùn organizza corsi di varia natura per gli abitanti di tutte le età, che comprendono corsi di pittura, ginnastica dolce, passeggiate collettive organizzate, corsi di inglese e corsi di cucina per gli adulti e laboratori per la costruzione di oggetti vari per i più piccoli.
Sul fronte della conservazione dei luoghi e dell’ambiente, Prà Cumùn, in accordo con le amministrazioni locali, lavora ad alcuni progetti di ripristino e sistemazione del territorio intercomunale e di alcuni manufatti all’interno dei centri abitati, che possono essere finanziati coi fondi della Comunità Europea attraverso il GAL Valli del Luinese.
Questi sono gli scopi unici dell’associazione, che si sostiene unicamente con le quote d’iscrizione versate dai soci anno per anno.
Spero che chi condivide e apprezza queste iniziative, voglia presto far parte della nostra associazione, portando con sé idee e stimoli nuovi che ci aiuteranno senz’altro a migliorare e a crescere, a tutto vantaggio della comunità.

Il Presidente  Fulvio Vanetti